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Meditazione

INTRODUZIONE

Siamo ormai sulla soglia dell’Era dell’Acquario, l’epoca dei gruppi: il che vuol dire che non solo i gruppi sul Pianeta si moltiplicheranno, ma che essi diverranno sempre più i portatori della fiamma dell’evoluzione.
Diventa perciò utile e necessario scoprire metodi nuovi e più efficaci di quanto fatto finora per promuovere la formazione di gruppi ben orientati e per favorirne il rapido sviluppo, in modo che il Pianeta, tanto bisognoso di unione, possa fruirne come di utili strumenti di costruzione e di accelerazione.
Molto è stato scritto sui gruppi negli ultimi decenni: ma si tratta per lo più di temi legati alla psicoterapia di gruppo o all’aspetto sociale e cooperativo o al lavoro di equipe nei vari settori.
Molto poco è invece stato scritto sui gruppi come fattore di crescita interiore e spirituale: e qui si intende una crescita non solo rivolta agli individui che ne fanno parte, ma finalizzata a generare un’influenza positiva del gruppo stesso sul tessuto collettivo.

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IL GRUPPO COME MAGNETE

Un magnete è un attrattore, cioè un elemento in grado di attrarre e di farsi attrarre. Sul piano fisico ne troviamo un esempio molto semplice nella calamita che attrae la limatura di ferro e la dispone entro il proprio campo di influenza. Sul piano psichico ogni persona agisce, consapevolmente o inconsapevolmente, come un attrattore, cioè attrae verso di sé ciò che corrisponde alla propria natura profonda, sia che si tratti di altri esseri, che di opportunità, che di ostacoli. Quello del magnetismo dunque è un fenomeno sia fisico che psichico, che opera in modo automatico ed è ciò che rende la nostra vita ciò che è, con la sua sfera di relazioni e di eventi.

Attraverso lo sviluppo della consapevolezza e la conseguente attivazione di tutte le componenti del proprio essere verso una crescita mirata, orientata e finalizzata, il magnetismo è destinato a crescere esponenzialmente: in tal modo la persona può diventare un vero e proprio attrattore, e la sua manifestazione nel mondo in termini di opere e relazioni si arricchirà notevolmente. Il più delle volte tale persona sarà anche un punto di riferimento per altri, in modo collegato al suo specifico campo di azione.

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LA STRUTTURA E LA CRESCITA DI GRUPPO

Del gruppo esistono – potremmo dire con un paradosso – tante definizioni diverse quanti sono i moltissimi gruppi umani. Siamo perciò chiamati a segnare i confini del tipo di gruppo di cui qui vogliamo occuparci e a definirne le caratteristiche specifiche. In questa nostra prospettiva un gruppo è un insieme di persone che è accomunato dall’interesse verso l’ideale comune del miglioramento esistenziale, sia quello che riguarda la propria coscienza individuale, che quello più ampio che coinvolge altri esseri umani e la vita collettiva nel suo insieme. Si tratta perciò di un gruppo che trova la motivazione della sua esistenza in un’opera di servizio all’evoluzione.

Un tale tipo di gruppo deve rispondere a un primo requisito: che l’orientamento interiore sia unanime e liberamente scelto da tutti i partecipanti. Ove tale requisito sia ottemperato – e divenga la base di partenza verso la realizzazione di obbiettivi comuni – assistiamo alla nascita di una vera e propria “entità”, cioè una realtà fenomenica nuova, autonoma e dotata di una sua vitalità intrinseca, che le deriva dagli apporti di impegno ed energia messi a disposizione dalle persone che ne fanno parte.

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LE ORIGINI E GLI SVILUPPI FUTURI

Il lavoro del Gruppo a Stella trova il suo iniziale punto di ispirazione nelle parole del Maestro Tibetano a proposito della Legge del Progresso di Gruppo. Tale Legge – scrive- è destinata a diventare un riferimento per i gruppi del futuro. Essa “si attiverà automaticamente quando l’identità e l’integrazione di gruppo diverranno il pensiero dominante nella coscienza collettiva, e il desiderio di sviluppo personale e di soddisfazione spirituale sarà relegato in secondo piano. L’unione di insieme così intesa, avrà le sue basi nella meditazione di gruppo, in cui l’anima riconosce di essere una con tutte le altre”.

E prosegue: “Ciascuno sarà considerato come trasmettitore dell’energia di raggio predominante, della personalità o dell’anima. Col tempo ognuno imparerà a trasmettere al gruppo le qualità del raggio della propria anima, stimolando così i fratelli a maggior coraggio, visione più chiara, movente più puro e amore più profondo, pur evitando di vitalizzare le caratteristiche della personalità. Dobbiamo imparare a pensarci reciprocamente come anime e non come esseri umani”. (*)

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TECNICHE PER L’INTESA E LA COOPERAZIONE. LE ATTIVITA’ DI GRUPPO

La prima reazione che produce il tema propostomi è di doloroso stupore: gli esseri umani per intendersi e cooperare hanno dunque bisogno di tecniche e cioè di particolari esercizi strutturati a tale scopo!
E sorge il primo quesito: la tendenza “naturale” dell’uomo è verso l’Unione e l’Amore o verso la separatività e l’odio? Una prima considerazione può aiutarci nella risposta: quando l’individuo vive a lungo solo, fisicamente separato dal resto dell’umanità, subentra talvolta una “sindrome da privazione da contatto umano”. Quando l’impossibilità a comunicare investe poi il campo emotivo e quello mentale si parla di disadattamento e di alienazione, cioè di anomalie del comportamento dell’apparato psichico. In tutti i casi l’individuo soffre di questa situazione per lui “innaturale” che viene diagnosticata patologica e perciò “anormale” anche dai suoi simili. Questo ci induce a credere che solo l’attuale situazione esistenziale renda difficile l’intesa fra gli uomini, al contrario profondamente uniti nella Matrice. La proposizione psicosintetica del Sé d’altra parte non lascia adito a dubbi. È concettualmente una Realtà Universale percepita individualmente, e questo ci porta ad affermare che gli uomini sono in essenza uniti fra loro pur “vivendosi” separati.

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