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Evoluzione planetaria

INTRODUZIONE

Siamo ormai sulla soglia dell’Era dell’Acquario, l’epoca dei gruppi: il che vuol dire che non solo i gruppi sul Pianeta si moltiplicheranno, ma che essi diverranno sempre più i portatori della fiamma dell’evoluzione.
Diventa perciò utile e necessario scoprire metodi nuovi e più efficaci di quanto fatto finora per promuovere la formazione di gruppi ben orientati e per favorirne il rapido sviluppo, in modo che il Pianeta, tanto bisognoso di unione, possa fruirne come di utili strumenti di costruzione e di accelerazione.
Molto è stato scritto sui gruppi negli ultimi decenni: ma si tratta per lo più di temi legati alla psicoterapia di gruppo o all’aspetto sociale e cooperativo o al lavoro di equipe nei vari settori.
Molto poco è invece stato scritto sui gruppi come fattore di crescita interiore e spirituale: e qui si intende una crescita non solo rivolta agli individui che ne fanno parte, ma finalizzata a generare un’influenza positiva del gruppo stesso sul tessuto collettivo.

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LE ORIGINI E GLI SVILUPPI FUTURI

Il lavoro del Gruppo a Stella trova il suo iniziale punto di ispirazione nelle parole del Maestro Tibetano a proposito della Legge del Progresso di Gruppo. Tale Legge – scrive- è destinata a diventare un riferimento per i gruppi del futuro. Essa “si attiverà automaticamente quando l’identità e l’integrazione di gruppo diverranno il pensiero dominante nella coscienza collettiva, e il desiderio di sviluppo personale e di soddisfazione spirituale sarà relegato in secondo piano. L’unione di insieme così intesa, avrà le sue basi nella meditazione di gruppo, in cui l’anima riconosce di essere una con tutte le altre”.

E prosegue: “Ciascuno sarà considerato come trasmettitore dell’energia di raggio predominante, della personalità o dell’anima. Col tempo ognuno imparerà a trasmettere al gruppo le qualità del raggio della propria anima, stimolando così i fratelli a maggior coraggio, visione più chiara, movente più puro e amore più profondo, pur evitando di vitalizzare le caratteristiche della personalità. Dobbiamo imparare a pensarci reciprocamente come anime e non come esseri umani”. (*)

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