Il LAVORO A STELLA

Andiamo ora a vedere come si svolge il lavoro del gruppo che sceglie di adottare il modello della stella a sei punte ( e sette vertici) come strumento. Una premessa fondamentale è che i partecipanti abbiano una certa conoscenza dei 7 Raggi e delle loro qualità, e che abbiano esplorato sufficientemente se stessi alla luce di questa caratterizzazione tipologica. Non è necessario sapere con precisione qual è la propria struttura in base ai Raggi, ma per lo meno aver riconosciuto in sé la presenza di certe caratteristiche che propendono per un Raggio piuttosto che per un altro. Tale auto – percezione consente alla persona di allinearsi facilmente alle qualità che ogni funzione richiede.

OBIETTIVI
*L’obiettivo fondamentale è quello di creare un’attività di Servizio basata sul collegamento fra il nostro pianeta e l’universo che lo contiene, e che ne utilizzi le energie.
*Favorire, attraverso un ritmo meditativo comune, la costruzione della coscienza di gruppo.
*Consentire ai partecipanti di riconoscere e percepire con maggior chiarezza qualità e funzioni specifiche di raggio con riferimento all’Insegnamento del Maestro Tibetano.
*Potenziare l’effetto della Grande Invocazione collegandola ai ritmi del sole sul nostro pianeta.

IL CIELO COME GUIDA

Il lavoro a Stella ci porta in via naturale ad alzare lo sguardo verso il Cielo per guardare le stelle e i pianeti dello spazio, in cui il nostro Pianeta è immerso, e renderci immediatamente consapevoli che siamo parte di un vasto macrocosmo.
Come non far nascere dentro di noi la domanda su come il nostro microcosmo di Gruppo a Stella si relaziona con questo macrocosmo? Quali sono i Segni del Cielo che possono guidarci sulla spirale dell’evoluzione? Come possiamo cooperare con il Cielo per dare un nostro contributo all’evoluzione dell’Umanità e della Terra?

L”Astrosofia”, o la “Sapienza degli Astri”, si propone di comprendere e interpretare il significato di ciò che il Cielo e i pianeti esprimono in funzione della Legge di Corrispondenza: “Come in Altro così in Basso; come in Basso così in Alto”. Ci fa anche comprendere che lo SPAZIO è un’entità vivente in continua evoluzione.

LE ORIGINI E GLI SVILUPPI FUTURI

Il lavoro del Gruppo a Stella trova il suo iniziale punto di ispirazione nelle parole del Maestro Tibetano a proposito della Legge del Progresso di Gruppo. Tale Legge – scrive- è destinata a diventare un riferimento per i gruppi del futuro. Essa “si attiverà automaticamente quando l’identità e l’integrazione di gruppo diverranno il pensiero dominante nella coscienza collettiva, e il desiderio di sviluppo personale e di soddisfazione spirituale sarà relegato in secondo piano. L’unione di insieme così intesa, avrà le sue basi nella meditazione di gruppo, in cui l’anima riconosce di essere una con tutte le altre”.

E prosegue: “Ciascuno sarà considerato come trasmettitore dell’energia di raggio predominante, della personalità o dell’anima. Col tempo ognuno imparerà a trasmettere al gruppo le qualità del raggio della propria anima, stimolando così i fratelli a maggior coraggio, visione più chiara, movente più puro e amore più profondo, pur evitando di vitalizzare le caratteristiche della personalità. Dobbiamo imparare a pensarci reciprocamente come anime e non come esseri umani”. (*)

VITA DI GRUPPO

In questo momento possiamo osservare una crescente tendenza verso la creazione di gruppi di vario genere e verso l’integrazione e l’assorbimento dell’individuo in tali gruppi. La coscienza e la vita di gruppo rappresentano un deciso progresso rispetto all’atteggiamento individualistico ed ego-centrato dell’uomo medio, ma, come ogni altro sviluppo, anche questo può facilmente essere male interpretato, esagerato e pervertito, usato male. Alcuni di questi rischi e applicazioni errate si stanno manifestando drammaticamente in questo momento sotto i nostri occhi.
È dunque importante riflettere chiaramente sull’argomento, e cercare di renderci conto di ciò che un gruppo realmente è, di come si forma e si sviluppa, e di quale dovrebbe essere il giusto rapporto tra ciascuno dei suoi componenti e le altre unità, tra ogni unità e l’intero gruppo, e tra il gruppo e altri gruppi.

VERSO UNA COSCIENZA DI GRUPPO

Ritengo giusto, al termine di un Convegno di Psicosintesi sociale, analizzare brevemente quello che è l’avvenimento sociale per eccellenza della nostra epoca: l’avvento di una “coscienza di gruppo”, o sociale, come fenomeno graduale ma inequivocabile che si sta manifestando nell’animo degli uomini più pronti a recepirlo.
È certo che un avvenimento di questo genere, ove tendesse a diffondersi, produrrebbe il superamento dell’innato egotismo personale e 1’annullamento di quel radicato senso di separatività che spinge da sempre gli uomini all’ostilità e alla combattività reciproca. D’altra parte non è possibile uscir fuori da alcune situazioni se non intravedendo una soluzione che stia oltre la situazione stessa.

E la separatività attuale non può essere superata altro che dall’esperienza interiore d’appartenenza ad una stessa entità che trasformi conseguentemente la nostra coscienza da individuale a collettiva.

TECNICHE PER L’INTESA E LA COOPERAZIONE. LE ATTIVITA’ DI GRUPPO

La prima reazione che produce il tema propostomi è di doloroso stupore: gli esseri umani per intendersi e cooperare hanno dunque bisogno di tecniche e cioè di particolari esercizi strutturati a tale scopo!
E sorge il primo quesito: la tendenza “naturale” dell’uomo è verso l’Unione e l’Amore o verso la separatività e l’odio? Una prima considerazione può aiutarci nella risposta: quando l’individuo vive a lungo solo, fisicamente separato dal resto dell’umanità, subentra talvolta una “sindrome da privazione da contatto umano”. Quando l’impossibilità a comunicare investe poi il campo emotivo e quello mentale si parla di disadattamento e di alienazione, cioè di anomalie del comportamento dell’apparato psichico. In tutti i casi l’individuo soffre di questa situazione per lui “innaturale” che viene diagnosticata patologica e perciò “anormale” anche dai suoi simili. Questo ci induce a credere che solo l’attuale situazione esistenziale renda difficile l’intesa fra gli uomini, al contrario profondamente uniti nella Matrice. La proposizione psicosintetica del Sé d’altra parte non lascia adito a dubbi. È concettualmente una Realtà Universale percepita individualmente, e questo ci porta ad affermare che gli uomini sono in essenza uniti fra loro pur “vivendosi” separati.

COSCIENZA DI GRUPPO, COSCIENZA COLLETTIVA

Il mese astrologico del Leone sta volgendo al termine, e quindi sarà bene riprenderlo in esame. Riprendendo in particolare l’argomento dell’individuo, del gruppo, e dell’universale. Per prima cosa, operiamo una distinzione fra la coscienza collettiva e la coscienza di gruppo. Non solo sono diverse, ma addirittura opposte. La coscienza collettiva riaffonda all’indietro, è una regressione a un livello di consapevolezza pre individuale. Invece una coscienza di gruppo è la coscienza di un gruppo composto di individui autocoscienti, il che è una cosa del tutto diversa.

Lo stesso dicasi per la distinzione con l’universale. Quando parliamo dell’Universale, nella nostra prospettiva intendiamo l’insieme dell’Umanità planetaria. Ma questo è l’universale per noi, non certo per il cosmo. Per cui questa universalità è molto relativa, e questo ci porta infine al livello cosmico.

COSCIENZA DI GRUPPO- TRASCENDENZA

Coscienza di gruppo: scopo e proposito comune, sforzo comune, attività comune. Esempio: un’orchestra durante un’esecuzione – ogni orchestrale è mischiato e fuso con gli altri nel processo sintetico pur conservando la sua identità e consapevolezza individuale. Questa è la sinfonia cosmica. È già composta, adesso viene eseguita nel tempo. In questo momento, durante questa seduta, noi tre siamo (parzialmente) coscienti del gruppo nel nostro tentativo di comprendere, realizzare e raggiungere la “coscienza di gruppo”.

Tre simultanei livelli di vita e coscienza o consapevolezza: uno, individuale; due, gruppo; tre, universale (relativamente). Ciò che chiamiamo “universale” è in realtà una coscienza di gruppo molto allargata. Si estende fino alla coscienza planetaria della Gerarchia, ma anche questa non è “universale”. È confinata nell’“anello invalicabile” planetario, e lo stesso vale per qualsiasi realizzazione sempre più ampia: solare, zodiacale.